venerdì 4 gennaio 2008

Una rivista a cinque punti

Carlo Vittone, docente e micro-editore, accoglie l'invito ed espone il suo punto di vista, anzi i suoi 5 punti di vista.


Caro Antonio, non è che l'argomento, detto con franchezza, mi attizzi più di tanto. Però, se ciò dovesse succedere, vorrei fissare alcuni paletti che ritengo necessari
1) un nuovo periodico di informazione a Monza mi sembra perlomeno ridondante. Vorrei ricordare che allo stato attuale esistono già un quotidiano con tre pagine giornaliere, tre settimanali (o bisettimanali), almeno tre siti on line di notizie e commenti, più altre pubblicazioni più o meno periodiche. Insomma: informati lo siamo. Manca invece uno strumento di riflessione, indagine e commento più ampio e meno contingente, sul modello (orribile parolaccia) di una rivista. Con frequenza bi- o trimestrale e alla quale chiamare a collaborare le meglio teste della zona (non sono poi tante, quindi si fa in fretta)
2) Se rivista dev'essere, che essa non sia targata politicamente e meno che mai a sinistra. Siccome ho parlato di "meglio teste" ritengo che le stesse siano equamente distribuite negli schieramenti. Interessante potrebbe essere un confronto a più voci su diversi temi, oppure interviste e interventi firmati con unica disciminante la competenza e l'acutezza di pensiero.
3) Lasciamo perdere la Brianza e parliamo (anche se non solo) di Monza. Potrà anche capitare di farlo in chiave "brianzola", ma le poche forze convogliabili su un simile progetto suggeriscono umiltà e senso del limite: io, quando arrivo a Villasanta già mi sento all'estero...
4) Nessun professionismo, sono d'accordo. Ma col solo "ammore" non si va molto lontano. Diciamo che servirebbe un piano finanziario e soprattutto pubblicitario adeguato. Ma occorreranno anche un po' di "soldini" e non solo il "cuore"
5) Poi ti occorrerà un editore. O no?

Sul primo punto mi pare di aver già scritto, sono perfettamente d'accordo.
Sul 2 c'è da capire. Io non sono fra quelli che dividono il mondo fra Centrodestra e Centrosinistra, però ho difficoltà a confondere chi crede che il 4 novembre si possa rendere onore ai caduti per la libertà e quelli che pensano di inchinarsi davanti ad un fascista
senza fare una piega. E questo prima o poi c'entra, certo che c'entra.
Il territorio di riferimento io lo vedo sempre e solo come un punto di partenza per discutere e capire il futuro, senza rinchiudersi entro le mura (detto da uno nato ad Altamura poi...) e senza perdersi dietro l'esotismo.

Sul 4 e 5, le forme di finanziamento possibili non sono molte ma l'investimento in prima persona (di energia e impegno più che di soldi) è imprescindibile.
E tu che leggi non dici nulla?

Nessun commento: