Molti di voi pensano che si possa fare un giornale anche esclusivamente online. Io ho ancora perplessità ma non è questo il punto. Una questione fondamentale è il ruolo che i lettori dovrebbero avere. Online è "naturale" prevedere la loro partecipazione: commenti, lettere, forum eccetera. Ma dove sta il confine fra i contenuti della redazione e quelli dei lettori?
Alcune settimane fa, un certo scalpore ha suscitato nella microsfera online monzese la decisione del direttore di Monza la città di pubblicare solo i commenti firmati. In realtà è una decisione assolutamente "normale" poichè tutte le testate (da Repubblica al Corriere) prevedono - prima di inserire commenti e interventi sulle loro pagine - addirittura una registrazione, con tanto di accettazione di termini di utilizzo. Eppure è un dato di fatto che i commenti su quel giornale (che è mio cliente, per chi non lo sapesse) sono notevolmente diminuiti.
Ecco, credo che ci sia un po' di confusione. Innanzitutto fra la natura delle diverse pagine online: un giornale non è un forum, un articolo non è un post di un blog. Questa la sostanza. Ma la percezione comune è un'altra, si tende a credere che su internet ognuno può scrivere quel che vuole, dove vuole e come vuole, senza firmarsi, senza - in qualche modo - assumersene la responsabilità. Pur non avendo condiviso la decisione del direttore, io proprio non credo che le cose stiano così. Credo che sia giusto dare spazio, il più possibile, ai lettori ma che vada segnato un confine netto e distinguibile. Per un motivo principalmente: quello che viene scritto nella rivista che vorrei dovrebbe essere frutto di una riflessione collettiva e condivisa, il parere, il commento di un lettore no, non per forza. E perchè mai chi in quella rivista infonde impegno e fatica dovrebbe "ingioiare il rospo" sputato dal primo che arriva?
Non mi piace chi confonde il rispetto per le idee altrui (magari diverse, finanche opposte) con il "dovere" di pubblicarle. Se abbiamo un vicino ubriacone e molesto, davvero dovremmo aprirgli la porta e farlo sedere sul nostro divano, altrimenti non siamo democratici?
martedì 15 gennaio 2008
Una rivista è (anche) i suoi lettori
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