lunedì 31 dicembre 2007

La colla di Giorgio.

"Non è un nuovo giornale quello che serve, occorre mettere insieme quelli che ci sono già". Questo in sintesi il parere di Giorgio Majoli. I pezzi ci sono, ci vuole la colla per metterli insieme. È un'idea importante che va a scontrarsi, principalmente, con il più grande fra i difetti che la sinistra ha nel suo DNA, qui a Monza come da qualsiasi altra parte, quella di dividersi invece che di unirsi.
Per ora il mio parere a riguardo non lo esprimo. Aspetto prima quello di te che leggi.

Caro Antonio, forse la domanda dovresti rivolgerla a te stesso. Se questa che stai facendo è un’indagine di mercato, non credo sia sufficiente per capire quale “giornale” sia meglio fare. Se invece è un semplice scambio di opinioni tra quelli che potremmo chiamare “addetti ai lavori”, probabilmente non è comunque abbastanza significativo. La vera domanda che a mio parere va posta è: “un giornale, per quale scopo?” e non “come lo vorreste?”. Dato per scontato che tutti vogliono fare una cosa che abbia un qualche successo (editoriale, economico, politico, informativo,ecc.) si tratta di scegliere tra queste opzioni. Se il numero dei contatti fossero l’obiettivo basterebbe forse fare un sito porno o di incontri amorosi a Monza (forse già esiste…); se fosse quello informativo dovrebbe battere la concorrenza della carta stampata, se questo è possibile (non tutti navigano, sempre). In realtà lo devi sapere Tu che tipo di “informazione” vuoi dare. Solo la motivazione (tua e di altri che la condividano) è la molla potente per “sfondare”. Detto questo vorrei comunque dare un mio piccolo contributo alla Tua domanda. A mio modo di vedere dovrebbe essere un “giornale politico”, in senso lato (per e della “polis”), capace cioè di stimolare la pubblica amministrazione e le istituzioni. Dovrebbe superare il fatto di uscire solo per il periodo elettorale ed essere possibilmente libero anche da condizionamenti economici, anche se non so se questo sia possibile. Io penso di sì perché ritengo, come dicevo, che le motivazioni non economiche siano quelle che muovono e cambiano il mondo. Si tratta di scegliere. A questo punto verrebbe comunque da chiedersi perché fare un altro e diverso giornale e non perché ed invece unire sforzi comuni. Anche se, molto spesso, rancori personali ed alcune visioni del mondo dividono, almeno tra coloro che hanno modi di pensare simili, è possibile costruire qualcosa insieme. Basta avere chiaro l’obiettivo. Certo il compito di tenere uniti è più difficile che correre divisi, ma varrebbe la pena tentare. Esistono già Arengario e Forum Monza: perché non farne un grande progetto editoriale comune ? Le forze ci sono ed io credo molto di più nel volontariato (anche diverso nelle opinioni e nelle azioni) che non nel “mercenariato”. Quel mondo civile "senza scopo di lucro" è molto più esteso di quanto si pensi (anche a Monza) e molti di noi lo agiscono da decenni senza voler in cambio nulla se non la possibilità di potersi esprimere liberamente ed altrettanto liberamente confrontare ed agire in campi anche diversi. Anzi direi che meno soldi ci sono, meno divisioni si hanno. Questo dicono tutte le statistiche persino nel campo del lavoro. Potresti quindi promuovere un incontro tra le due testate e tra tutti quelli che ad esse partecipano e collaborano per verificare se esistono le condizioni per poterslo fare. L’obiettivo comune? Cambiare le cose, facendo partecipare tutti. Utopia? Non credo. Un “altro giornale” è possibile: basta volerlo. Potresti tentare invitando tutti.

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