domenica 30 dicembre 2007

It's time.

Ricorderai forse che circa un anno fa Time dichiarò personaggio dell'anno 2006 "You" ovvero chiunque sia protagonista della "rivoluzione" della rete partecipata, cioè chiunque si fa parte attiva di un modo di comunicare orizzontale, diversissimo da quello tipo "broadcast" in cui chi informa è uno (una testata, una televisione, una radio) e agli altri non resta che leggere, guardare, ascoltare.
Questo tipo di comunicazione (e informazione) mette in crisi molti "orticelli" e "orticelloni": tante trombette e tanti tromboni abituati a sacramentare indisturbati dagli schermi (e dalle prime pagine) non concepiscono la novità di poter essere messi in discussione da chiunque. Sui giornali la voce dei lettori è storicamente relegata nello stanzino delle lettere, in cui il Signore del feudo concede ai suoi vassalli di dire la propria; in televisione questa possibilità proprio non esiste (lì si può solo tentare di indovinare quanti fagioli ci sono nel vasetto). Per la televisione vali solo come frazione infinitesimale di quei "milioni" che guardano un canale invece che un altro.

Io credo che, piaccia o no, questo nuovo modo di comunicare (libertario? democratico? casinaro?) sia inevitabilmente nel nostro futuro, e in quello di qualsiasi ipotesi di giornale o rivista che voglia narrare il quotidiano, figuriamoci il futuro.
Ciò non toglie che la qualità del lavoro di un serio professionista come quella di una redazione scrupolosa resti un bene prezioso che da un bacino allargato, come quello dei cosiddetti network sociali, non possa che trarre beneficio e linfa vitale. È tempo che anche Monza se ne renda conto.

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