venerdì 28 dicembre 2007

Ieri era Domani

Nei primi commenti arrivati, si parla della necessità di uno spazio di approfondimento a Monza come di un bisogno che si trascina da molto tempo. Ma perchè allora non è ad oggi ancora "soddisfatto"? Uno sguardo al (recente) passato può essere utile a capire cosa si è provato a fare in città e perchè quel "buco" sembra tutt'ora aperto.
L'esperienza del giornale "Domani" nelle parole di Carlo Arcari che ne fu direttore e oggi cura ForumMonza.info

Quando e come nacque "Domani"? di chi fu l'idea?


Domani venne ideato da me, Pippo Civati, Peppino Motta e Sandro Invidia nel febbraio del 2002 come strumento di comunicazione politica per le elezioni amministrative di Monza. L'iniziativa nasceva all'interno dell'area di opinione che faceva genericamente riferimento al forum di Peppino e non era frutto dell'elaborazione di nessuna forza politica o di gruppi organizzati. Era l'iniziativa di pochi intellettuali che si ponevano come avanguardia classica del movimento contro il governo Berlusconi e contro l'immobilismo dei vertici dei partiti del centro sinistra all'opposizione, in linea con gli animatori dei girotondi e del Palavobis, manifestazioni alle quali avevamo tutti (Motta escluso) partecipato.

Chi ci scriveva e come fu "coinvolto"?

Il giornale stentò a prendere forma (chi fa l'editore, chi il direttore, chi entra in redazione, ecc) e partì solo quando io ruppi gli indugi e con il sostegno di Pippo mi decisi a registrare come direttore la testata al Tribunale di Monza e come editore alla Camera di Commercio. Formammo una redazione che oltre ai fondatori comprendeva Carlo Vittone, Mauro Reali e un gruppo di giovani collaboratori tra cui Marta Villa e Simona Calvi e Antonio Cornacchia. Il primo numero uscì il 25 aprile 2002.

Come era finanziato?

Il finanziamento limitato ai costi di stampa e distribuzione (molto bassi perché il giornale settimanale era in bianco/nero) arrivò solo da Pippo Civati e Peppino Motta, oltre che da qualche piccolo sponsor privato

Quante copie tirava e quante ne vendeva?

Domani tirava 1.000 copie la settimana e ne vendeva un centinaio in edicola, altre due trecento ne vendeva alle manifestazioni politiche ed elettorali, il resto veniva "volantinato" per strada

Come fu accolto?

Male, soprattutto dal salottino di sinistra monzese che si riconosceva nell'Arengario, una testata residuo di altre stagioni politiche che faceva riferimento a un gruppo di ex amministratori e notabili del vecchio controsisnistra (Isman, Perego, Correale, Bemporad, ecc) e cher vedeva Domani (ma anche il forum di Peppino) come un concorrente (quando non un nemico). I Ds lo consideravano in due modi, alcuni la "loro" testata, altri un fiancheggiatore esterno. La Margherita e gli Ulivisti (Sergio Civati) un corpo estraneo o un organo dei DS)

Per quanto tempo è stato pubblicato? Perchè quell'esperienza si concluse?

Questa prima versione di Domani uscì fino alla fine di giugno del 2002, poi cessò le pubblicazioni perché di fatto la redazione dopo le elezioni si squagliò e i "politici" avevano altro da fare. Io non potevo sostenere da solo l'iniziativa e sospesi le uscite. Mi aspettavo che qualcuno venisse a dirmi qualcosa sul futuro, dal momento che avevamo vinto e qualche merito lo avevamo anche noi. almeno in termini di immagine. Invece niente, nessuno ci disse nulla. A settembre cercai di mettere insieme una nuova compagine editoriale e trovai cinque persone (tra cui Motta) disposte a investire qualche soldo nel rilancio del giornale che doveva diventare, non il sostegno giornalistico della nuova amministrazione, ma rappresentare l'area politica, culturale e sociale che aveva votato per Faglia e il centro sinistra, cioè la "Monza possibile" che aveva girato le spalle alla destra. Il nuovo Domani uscì con una nuova grafica e una redazione rafforzata che recuperava quasi tutti i vecchi collaboratori e ne integrava dei nuovi. I finanziatori promettevano il sostegno economico per sei mesi e una piccola remunerazione per redattori e grafici. C'era un sostegno dei Ds che prevedeva la distrubuzione in abbonamento gratuito di 300 copie la settimana ai militanti del partito.
La nuova versione uscì dalla fine di gennaio 2003 a luglio 2003, ma la sua vita fu molto travagliata politicamente. Quando iniziò a pubblicare le prime critiche alla giunta (politica culturale, caso Manson, affitti nelle cascine del Parco, arredo urbano, ecc) di fatto il giornale venne indicato (come il forum del resto) quale nemico principale della nuova amministrazione. Sul piano industriale i nuovi editori erano degli sprovveduti e si rivelarono incapaci di fare le cose minime per sostenere la testata (vendere la pubblicità, curare la distribuzione, persino consegnare i 300 abbonamenti già pagati dai DS). Dopo sei mesi di uscite settimanali si era accumulata una piccola perdita ma soprattutto c'era una forte opposizione da parte di Scanagatti e della giunta che non vedevano l'ora di eliminare i disturbatori. Di fatto dopo una riunione tra gli editori e il vicesindaco tenutasi a Palazzo comunale mi venne comunicata la decisione di chiudere. E così finì la storia di Domani.

1 commento:

Giovanni Perego, detto Gimmi ha detto...

Accidenti, che onore.

Il buon Arcari mi cita come notabile del centrosinistra, mi assegna alla rivista Arengario "che vedeva Domani ed anche il forum di Peppino come un concorrente".

La realtà è che in quegli anni io non avevo più alcun incarico politico, né partecipavo alla redazione di "Arengario", né tanto meno mi sono mai occupato di Domani, di cui ho visto solo poche copie.

Scrivevo invece sul forum di Peppino, esprimendo semplicemente le mie idee, fino a quando ho deciso di uscirne quando la gestione cambiò.

Ma l'intervento di Arcari è molto significativo. Le divisioni nel centrosinistra, la difficoltà nel fare squadra sono elementi molto importanti per capire le vicende degli organi di informazione "alternativi" nati e morti a Monza.